Medicina di prossimità: impegniamoci per trovare delle soluzioni

Di seguito agli articoli che ho recentemente pubblicato sulla sanità nel nostro Cantone[1][2], vorrei presentare in questo nuovo post le mie riflessioni sulla problematica della prossimità delle cure, che, giustamente, preoccupa una parte importante della popolazione ticinese. Interpellata sulla questione da iniziative popolari, la politica si è maggiormente espressa e posizionata contro la presenza di strutture ospedaliere acute nelle valli, ed è stata seguita dalla popolazione. La popolazione che vive nelle zone di montagna, a maggior ragione quando è anziana, ha bisogno di cure ed è doveroso cercare soluzioni, adeguate e sostenibili. Nello stesso tempo, di fronte ad una problematica che non riguarda solo il nostro territorio ma che tocca l’insieme del settore della sanità in tutto il mondo, nuove tecnologie da un lato o semplicemente nuovi concetti da un altro ci danno quantomeno delle piste sulle quali è opportuno fare almeno delle riflessioni.

Vorrei evocarne due in questo articolo: la telemedicina e lo studio medico mobile.

Innanzitutto, mi preme chiarire il fatto che con il termine di telemedicina non intendo in nessun modo evocare l’ostacolo amministrativo (telefonata a un servizio di call center) eretto da certe casse malati tra pazienti e medici ma invece parlare della possibilità di effettuare diagnosi e terapie a distanza.

La telemedicina si sta sviluppando nelle zone a bassa densità di popolazione dove ha dimostrato di poter salvare vite e garantire – grazie al trasferimento di dati sempre più voluminosi e complessi – la messa a disposizione di competenze altamente qualificate sia a livello diagnostico sia a livello terapeutico (medico e chirurgico). La società Europea di Telemedicina[3], fondata dal Prof. Lareng – “inventore” del Service d’Aide Medicale Urgente – SAMU francese ha sede a Basilea ed è oggi presidiata dallo Svizzero – ex medico d’urgenza della REGA – Andy Fischer. La possibilità di monitorare a distanza certi parametri, da quelli più semplici a quelli più complessi, grazie a dispositivi medici che collegano pazienti e professionisti della sanità, permette senz’altro una presa a carico del paziente a costi contenuti. È vero che questo tipo di approccio può prestare il fianco ad alcune critiche legate alla privacy dei dati e all’umanizzazione delle cure. Certamente questi aspetti vanno analizzati e non trascurati ma, d’altro canto, non va comunque sottovalutato che la telemedicina, concepita da specialisti del pronto soccorso, è perfettamente in grado di valutare le reali necessità di intervento e dunque la sicurezza e l’efficacia nella presa a carico.

Con la stessa logica della sanità che si sposta dove vi è il bisogno, esiste, ovviamente non per i casi urgenti, una seconda possibilità: lo studio medico mobile. Esiste in Svizzera interna[4](mobile Arztpraxis), ma anche in altri numerosi Paesi, e permette ai pazienti che vivono in posti non prossimi agli agglomerati di incontrare il medico generico o lo specialista in certi giorni della settimana. Sono medici, infermieri e altri professionisti della sanità ad avvicinarsi alla popolazione contribuendo a garantire una medicina di prossimità. È chiaro che i costi, le modalità e la fattibilità di tali servizi vanno studiati con attenzione e precisione, ma è altrettanto chiaro che è uno sforzo che varrebbe la pena prendere in considerazione.

Concretamente quindi, ritengo che sia necessario – conoscendo le problematiche alle quali dobbiamo e dovremo fare fronte – anticipare probabili e capibili iniziative a favore della medicina di prossimità e credo che noi politici, competenti in ambito sanitario, dobbiamo essere proattivi nella ricerca di soluzioni. Credo infatti che sia un compito importante per l’ufficio di sanità effettuare le varie analisi necessarie, e questo anche in un’ottica di pianificazione. Farlo con uno spirito innovativo, andando ad esplorare nuove piste, come le due appena accennate, che forse oggi potrebbero risultare bizzarre, significa andare nella logica naturale del progresso che appartiene sia a me che al partito che rappresento.

Io credo in noi!

Michela Pfyffer

[1]michelapfyffer.ch/la-salute-e-un-diritto-la-sanita-un-costo/

[2]michelapfyffer.ch/sanita-di-qualita-e-sostenibile/

[3]www.isfteh.org

[4]mobile-aerzte.ch/

3 Commenti

  1. Pier Giorgio Donada

    Complimenti per l’articolo; non bisogna però dimenticare il ruolo importante delle cure a domicilio che vengono effettuate nelle zone di montagna

    Rispondi
  2. MikeDonada

    Complimenti per l’articolo, non bisogna dimenticare il grosso lavoro che fanno i SACD a favore dei pazienti a domicilio nelle zone di Monteggio.

    Rispondi
  3. Daniele

    Condivido pienamente quanto esposto; è un approccio molto interessante che andrebbe sperimentato

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*