Orange Day: un’occasione per riflettere

Oggi, 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne – chiamata “orange day” dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. È anche l’inizio di una campagna intitolata “orange the world” che durerà fino al 10 dicembre, che si diffonde sui social con l’hashtag #HearMeToo.

Credo, da donna e da politica, nel dovere quotidiano di solidarietà nei confronti delle donne vittime di qualsivoglia violenza, siano esse del nostro cantone, del nostro paese, dei paesi occidentali o di tutto il mondo. Colgo l’occasione di questa giornata per ricordare che nessuna forma di violenza – fisica, morale o verbale – deve essere tollerata indipendentemente da genere, età, e idee della vittima.

In questa data, l’attualità mi permette di concentrare le mie riflessioni sul fenomeno diffusissimo della violenza contro le donne.

Bisogna ricordare che in molti paesi le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini e che in molti altri, dove teoricamente uomini e donne sono uguali di fronte alla legge, esistono ancora due pesi e due misure. Malgrado l’evoluzione culturale sembri andare nella giusta direzione, le cifre, pubblicate dall’ONU sono da brividi:

  • 35% delle donne nel mondo hanno subito violenze fisiche e/o sessuali (molestie sessuali escluse) – una grande parte di queste violenze, fino al 70% in certi paesi, sono state inflitte da un partner
  • Più del 70% delle vittime di traffico di essere umani sono donne o fanciulle
  • Più di 650 milioni di donne sono vittime di matrimoni combinati prima dei 18 anni
  • 15 milioni di ragazze hanno subito rapporti sessuali forzati
  • Più di 200 milioni di donne hanno subito mutilazioni sessuali

Altri dati dimostrano quanto anche le molestie sessuali siano diffuse, ovunque e sotto diverse forme e quanto stia emergendo una nuova forma di molestia nei paesi industriali, quella del “cyber-harassment” tramite ripetuti messaggi o messaggini con contenuti espliciti: il 10% delle donne nella comunità europea dichiara esserne vittima. La giornata di oggi ci permette di prendere la misura di un fenomeno che riguarda la società, tutte e tutti, senza frontiere e senza distinzioni di genere o di cultura, e ci deve spingere non solo a riflettere ma ad agire.

Possiamo e dobbiamo scandalizzarci contro certe pratiche che, ad altre latitudine, fanno parte “dell’usanza e dei costumi” ma dobbiamo cominciare ad agire per quello che succede vicino a noi: i fatti di cronaca degli ultimi anni ci dimostrano, come nella nostra realtà locale, la violenza contro le donne sia ben presente. Ed è proprio da noi che dobbiamo iniziare, se vogliamo che la nostra voce abbia più peso e più significato, se vogliamo essere credibili a livello internazionale e fungere da esempio nel percorso di miglioramento della condizione femminile.

Credo nella prevenzione, credo nell’educazione dei nostri figli sull’importanza del rispetto dei diritti essenziali delle donne, credo nella libertà di parola delle donne affinché possano chiedere subito aiuto quando subiscono violenze e credo nel dovere di ascolto e di solidarietà da parte di tutti noi. Credo, infine, nella collaborazione internazionale e nella voce che i cittadini del nostro paese hanno dichiarato oggi di voler mantenere per poter continuare ad influenzare i diritti internazionali, compresi quelli delle donne di tutto il mondo.

Io credo in noi!

 

Michela Pfyffer

http://interactive.unwomen.org/multimedia/infographic/violenceagainstwomen/en/index.html

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